Bartlet for President

September 29, 2016  •  Leave a Comment

Ho passato un'intera stagione estiva dietro ad una serie TV, interrompendo di fatto tutte le attività che riuscivo a portare avanti nei buchi delle giornate. Parlo di The West Wing, serie a me sconosciuta fino a che Francesco Costa ha cominciato a parlarne nella sua newsletter sulle elezioni americane.
Poi vabbè, tutto tornava: serie sui "dietro le quinte" della politica americana, dalle recensioni eccezionali, realistica ai massimi livelli e quindi senza intrighi improbabili, storie d'amore inutili o scene d'azione fuori luogo.

Sono riuscito a recuperarla in lingua originale non senza fatica in HD, così come per i sottotitoli, trovati soltanto in inglese e che, a differenza di quelli attuali, invece di trascrivere i dialoghi ne fanno spesso un riassunto. E ho cominciato a guardarla.

The West Wing è una serie TV complicatissima. E' composta da sette stagioni: ogni puntata delle prime 4 segue i ritmi di una serie classica, autoconclusiva, con due/tre mini-storie distinte che saltuariamente si intrecciano tra loro e dalle trame verticali appena accennate. Ma queste storie sono incredibilmente complesse, intrise di politica fino all'osso, e spaziano in ogni ambito, da questioni militari a politiche economiche, dai rapporti con l'estero agli stati d'emergenza e così via, in una moltitudine di tematiche ancora oggi attuali, a più di 10 anni dalla conclusione della serie.

Il tutto con protagonisti unici e carismatici, con dialoghi lunghi, fitti e stracolmi di tecnicismi e modi di dire che, soprattutto all'inizio, mi hanno lasciato spiazzato, abituato al "simple english" con cui sono di solito caratterizzate le serie TV.

La quinta stagione è un cuscinetto: Aaron Sorkin, l'acclamato sceneggiatore delle prime 4, ha salutato tutti e i nuovi hanno provato a replicarne il format con risultati un po' noiosi. Il risultato è che la sesta e settima stagione abbandonano quasi completamente gli intrecci orizzontali e creano un'unica e coinvolgente trama verticale - molto più fluida e semplice rispetto alle stagioni precedenti - che mi ha accompagnato fino all'ultima puntata dell'ultima stagione.

In vita mia non ho mai visto una serie così ricca di argomenti, così intelligente, così complessa e mai noiosa: certo, deve piacere la politica, ovvero devono piacere le complessità, i problemi e le modalità che muovono la politica ai "bassi livelli".
The West Wing è una tipica serie "classica" da Netflix - non a caso in Netflix US c'è - e mi sono già ripromesso, se ne compreranno davvero i diritti, di riguardarla per intero sottotitolata in italiano: non passeranno di nuovo 5 mesi, certo, ma ne varrà assolutamente la pena.


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